a cura di Alessia Amato

ROMA – Dieci anni fa Lucio Dalla lasciava un vuoto immenso nella musica italiana. Un artista eclettico ed innovatore, mai uguale a se stesso. La sua originalità ed il suo forte carisma lo hanno portato ad essere un’icona di stile oltre che musicale. 

A lui e alla sua memoria è dedicato il progetto espositivo itinerante Lucio Dalla. Anche se il tempo passa inaugurato il 4 marzo al Museo Civico Archeologico di Bologna e che vedrà, a Roma, la sua seconda tappa. La mostra sarà allestita, dal 22 settembre al 1 gennaio, all’interno della suggestiva cornice dell’Ara Pacis

L’evento: Lucio Dalla in mostra

Il progetto curato da Alessandro Nicosia, in collaborazione con la Fondazione Lucio Dalla, attraverso l’esposizione di molti materiali – foto, copertine di dischi, abiti di scena, locandine dei film e dei concerti – racconta lo straordinario viaggio umano e professionale compiuto dal grande cantante scomparso prematuramente il 1° marzo del 2012. Il percorso di vita e di memoria collettiva, visitabile fino al 6 gennaio 2023, è articolato attraverso undici sezioni espositive: Famiglia-Infanzia-Amicizie-Inizi musicaliDalla ci raccontaIl clarinettoIl museo DallaDalla e la sua musicaDalla e il cinemaDalla e il teatroDalla e la televisioneUniverso DallaDalla e Roversi e Dalla e Roma. Questo capitolo, in particolare, è dedicato alla capitale nella quale Lucio Dalla ha vissuto per alcuni anni.

Il valore umano e artisico

Autore di canzoni melodiche tradotte in diverse lingue, il compositore originario di Bologna è stato innanzitutto un musicista jazz. Suonatore di pianoforte, di clarinetto e di sax, a quindici anni accompagnava Chet Baker nelle jam session quando questi viveva nel capoluogo romagnolo. Il suo stile, fin dagli esordi, è sempre stato difficile da comprendere ed interpretare. Nelle sue canzoni è presente un nuovo modo di cantare e le parole da lui scelte, fondamentali per il ritmo ed il suono, evidenziano una ricerca approfondita che supera gli schemi classici confermando una ricchezza di soluzioni armoniche e melodiche che ben incarnano lo spirito del jazz.

Ironico ed eclettico, Lucio Dalla è stato uno sperimentatore instancabile in grado di nobilitare il pop e la cosiddetta canzonetta. Il tutto in punta di piedi, prima come voce della beat senza essere beatnik e dopo, come cantore della nuova realtà alienata attraverso l’arte di Roberto Roversi. Infine, come cantautore in toto che regalava nuovi colori alla canzone italiana donandole una vitalità altrimenti inesprimibile. 

Attraverso i numerosi sodalizi artistici, i battesimi dei nuovi talenti e, soprattutto, il piacere di fare musica spinto solo da un’idea mai banale e sempre moderna del concerto dal vivo, l’artista è entrato nell’immaginario collettivo come una persona dolce e mite dall’aspetto trasandato e un po’ goffo ma consapevole che la sua potentissima arte fosse un biglietto da visita sufficiente per presentarsi al mondo.