a cura di Rosa Araneo

Nel nuovo museo di Settimo Torinese, che ha aperto le porte il 1° luglio, potrete soffiare dentro la sagoma di un cubo e poi di una piramide e vedere nascere le bolle di sapone. La chimica al Mu-Ch è meraviglia. Non solo da vedere, ma soprattutto da toccare, sperimentare e vivere.

La sfera al plasma, invece, posizionata pochi passi più in là nella sala espositiva, genera scariche elettriche all’interno di un gas ionizzato, il plasma, e attraverso il tocco sul vetro si genera un fulmine. C’è un macchinario che calcola quanta acqua c’è nel nostro corpo, un altro che ci mostra in maniera divertente le differenze tra lo stato solido, liquido e gassoso. E attraverso il Van Der Graaff, generatore di cariche elettrostatiche, i capelli di chi si mette in posa schizzano in tutte le direzioni. 

Il contenuto

Il MU-CH è un museo in cui la conoscenza si raggiunge attraverso la sperimentazione e l’interattività; in cui si comprende la chimica facendola. Un luogo che coniuga divertimento, educazione e creatività perché i bambini e i ragazzi possano apprendere liberamente attraverso il gioco e possano imparare a vivere con consapevolezza i fenomeni del mondo. 

Il Mu-Ch non nasce a Settimo per caso, ed è un museo ricco di storia: in questi 800 mq Primo Levi ha lavorato come chimico tra il 1947 e il 1975, diventando direttore della fabbrica di vernici Siva. Il museo celebra quindi l’autore di “Se questo è un uomo”, ed è il primo museo in assoluto dedicato a Levi, oltre a rappresentare bene l’identità della città.

Il Mu-Ch guarda al passato e al futuro, alla storia e all’innovazione, e tra la tavola periodica e i dischi colorati che servono a spiegare la sintesi additiva della luce, la visita diventa un’esperienza che crea stupore e curiosità. E la prospettiva per il futuro è di raddoppiare gli spazi, e ingrandirsi in uno stabile vicino di altri 800 mq da destinare alle mostre temporanee.