
a cura di Rosa Araneo
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Émile Bernard era un grande artista che fece parte di un ristretto gruppo di pittori – tra cui Toulouse-Lautrec, Gauguin e Van Gogh – attivi a Parigi a fine Ottocento che contribuirono alla nascita della cosiddetta scuola di Pont-Aven.
Ventenne, nel 1888 Bernard divenne famoso per Donne bretoni su un prato verde che lasciò il segno nello stile pittorico del suo gruppo e nella storia dell’arte.

Soprattutto Paul Gauguin fu affascinato dal dipinto, in quanto lo considerò il punto di svolta che cercava da tempo: colori puri e accesi, contorno di una linea scura, bidimensionalità, forme definite e incuranti della verosimiglianza. Anzi, Gauguin realizzò subito alcune opere copiando lo stile di Bernard e si attribuì i meriti della nascita del Cloisonnisme (così fu chiamato il nuovo movimento) tanto da far infuriare l’amico che abbandonò il gruppo. Il giovane pittore restò invece molto legato a Van Gogh – che aveva mantenuto un atteggiamento corretto nei suoi confronti – e dopo che questi si uccise, Émile Bernard organizzò anche un paio di mostre postume da cui si originò il mito del grande pittore olandese.

Van Gogh dipinse l’omaggio a Bernard reinterpretando il dipinto anche per via della diversa tecnica utilizzata: infatti l’originale è ad olio mentre la copia è dipinta con colori ad acquerello; egli riprese anche la linea di contorno marcata, tipica del cloisonnisme che ispirava la tecnica di Bernard. Il dipinto è realizzato con colori caldi e lo sfondo giallo copre tutta la superficie, mentre prevalgono i bruni degli abiti delle donne bretoni e i bianchi dei loro copricapi. Le figure si dispongono obliquamente a partire dall’angolo in basso a destra e la linea compositiva si sviluppa poi verso l’angolo di sinistra. L’inquadratura ricorda un taglio fotografico e incornicia una scena che sembra colta casualmente nel contesto ambientale.