La Canestra di frutta è un’opera del Caravaggio realizzata negli anni della sua giovinezza. Datata tra il 1594 ed il 1598, fu commissionata da Federico Borromeo ed è attualmente conservata presso la Pinacoteca Ambrosiana di Milano.
Essa è considerata la prima natura morta italiana, un genere pittorico che esisteva già ed aveva una lunga tradizione alle spalle, di cui i maestri indiscussi erano stati i fiamminghi.

Fino ad allora in Italia l’uso della natura morta era limitato ad ornare e decorare ma, con Caravaggio, diventa finalmente un soggetto nuovo e rinnovato: cosa a cui l’artista era già avvezzo dato che, per tutta la vita, non fece altro che realizzare capolavori che rinnovavano l’arte.
Nella Canestra di frutta, l’autore concede alla natura morta una nuova dignità riconoscendole la stessa importanza della pittura figurativa. Tuttavia, egli non si limita a realizzare una rappresentazione bella da vedere ma dà vita ad un dipinto che si propone come un’approfondita indagine della realtà perché, per Caravaggio, dipingere significa fondamentalmente accettare la vita con tutte le sue imperfezioni.
Qui l’umile oggetto naturale diventa protagonista, rilevandosi contro il fondo chiaro compatto. Essa vive plasticamente: per i rapporti fra luci e ombre, per il brillio degli acini d’uva, per la rotondità lucente della mela, del limone e della pesca, per la rugosità dei fichi e per il distendersi o accartocciarsi delle foglie.

Ecco che il pittore ci mostra, senza alcun timore, ciò che siamo davvero: un bene effimero destinato a svanire nel tempo. Così come il frutto può bacarsi e marcire, l’uomo può contrarre malattie che lo portano ad estinguersi nel tempo.
Il taglio della composizione, appena sporgente in avanti, permette di mettere in risalto il cesto rispetto allo sfondo neutro bidimensionale. In questo, Caravaggio è un innovatore lontano dall’accademismo della sua epoca: il suo realismo – che risente dell’etica religiosa di Carlo Borromeo – rifiuta le convenzioni e punta sul vero rinunciando al bello e alla mera invenzione.
Caravaggio continuerà questa ricerca del crudo e reale per tutta la sua carriera artistica.