La deliziosa Madonna col bambino e angeli, realizzata da Fra Filippo Lippi nel 1465, costituì un modello per i giovani artisti, tanto da esser ribattezzata “Lippina”.

Maria siede su un trono e contempla il figlio che protende le braccia verso di lei. La raffinatissima acconciatura con capelli
intrecciati a veli e ornati da una coroncina di perle, richiama quella delle nobildonne fiorentine del tempo. Maria ha un’espressione dolce e malinconica, presagendo il destino doloroso che attende
entrambi; sullo sfondo invece una finestra si apre su un vasto paesaggio marino, con rocce e vegetazione.

Curiosità
Ma la notorietà di quest’opera è legata soprattutto a un evento particolare: Fra Filippo Lippi, qualche anno prima, venne incaricato di realizzare la pala raffigurante La Madonna che dà la cintola a San Tommaso e chiese alla Badessa del Convento una suora come modella.
La scelta ricadde su Lucrezia Buti, una splendida ventenne, costretta a farsi monaca insieme alla sorella a causa della povertà della famiglia. Tra i due scoccò la scintilla dell’amore, fuggirono dal convento e dalla loro unione nacque Filippino, futuro grande artista.

Nonostante la loro relazione fosse osteggiata dalla Curia, Lucrezia continuò ad essere la musa ispiratrice di suo marito: tant’è che il suo profilo incantevole e l’azzurro quasi trasparente dello sguardo della “Lippina” possono essere considerati un tributo di Fra Filippo alla bellezza della compagna.

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Tempo dopo, grazie all’intervento di Cosimo il Vecchio, la coppia ottenne dal pontefice la dispensa dai voti ecclesiastici e la possibilità di sposarsi, ma i due rimasero sempre una famiglia di fatto.
Secoli dopo, la bellezza immortale di Lucrezia fece breccia nel cuore di Gabriele D’Annunzio, il quale si recava spesso nel Duomo di Prato per ammirare gli affreschi raffiguranti la giovane donna e, come omaggio, le dedicò il suo unico testo autobiografico Il secondo amante di Lucrezia Buti.
Rosa Araneo per L’isola di Omero