Secondo quanto leggiamo nel Nuovo Testamento Santo Stefano fu il primo martire della storia del Cristianesimo, cioè il primo cristiano ad essere accusato di blasfemia e lapidato a causa della fede religiosa tra il 33 e il 36 d.C.

La Chiesa cattolica lo festeggia il 26 dicembre, insieme a parte delle Chiese protestanti; la data è vicina a quella del Natale perché simbolicamente i martiri, i primi a testimoniare la parola di Dio attraverso il loro sacrificio, sono vicini a Cristo. Gli ortodossi invece lo festeggiano il 27 dicembre.
Il giorno di Santo Stefano è una festa nazionale in Austria, Croazia, Danimarca, Germania, Irlanda, Italia, Città del Vaticano, San Marino, Romania, Francia e Svizzera italiana.
È considerato il santo protettore dei diaconi e dei fornai; i suoi simboli sono le palme e le pietre.
Le origini
Le sue origini non sono note, ma si pensa a lui come ad un ebreo istruito secondo la cultura greca, che viveva a Gerusalemme. Fu contemporaneo di Gesù e gli apostoli (diretti discepoli di Gesù) lo scelsero come uno dei primi 7 diaconi; eletti per aiutare nella diffusione del Vangelo, provvedevano anche ai bisogni dei fedeli, in particolare orfani e vedove.
Ma ben presto venne preso di mira da coloro che non tolleravano i cristiani.
Questi ultimi non seppero tenere testa alla sua arte oratoria, e quindi attraverso false testimonianze lo accusarono di blasfemia e chiesero la sua morte davanti al Sinedrio, il supremo Consiglio dei Giudei.
Si dedicava alla predicazione, diffondeva la fede per convertire gli ebrei che giungevano a Gerusalemme, e proprio per questo attirò l’attenzione.
Prima che il Sinedrio emettesse la sua sentenza, il popolo lo trascinò fuori dalla città, e lì fu lapidato.

Nel Vangelo si narra che accolse la morte con serenità, invocando il Signore ad accogliere la sua anima.
Nel Testo Sacro viene descritto come un uomo pieno di fede e Spirito Santo
Le reliquie
Dopo la sua morte, la storia delle sue reliquie divenne una leggenda. Il 3 dicembre del 415, Luciano di Kefar-Gamba, un sacerdote, lo ebbe in sogno; gli apparve con una lunga barba bianca e con in mano una bacchetta d’oro con la quale lo toccò chiamandolo tre volte per nome, svelando come lui e i suoi compagni si ritrovavano sepolti senza onore.
Con l’accordo del vescovo di Gerusalemme, iniziarono gli scavi. Da qui in poi iniziò la proliferazione delle reliquie, a testimonianza del grande culto tributato in tutta la cristianità al protomartire santo Stefano, già veneratissimo prima ancora del ritrovamento delle reliquie nel 415.
Chiese, basiliche e cappelle in suo onore sorsero dappertutto. In Italia ci sono 14 Comuni che portano il suo nome.
Santo Stefano nell’arte

Nell’iconografia che precede la Controriforma viene rappresentato con i sassi, sia sulla testa che sulle spalle.
Dopo il Concilio di Trento la sua immagine cambia, venne rappresentato come un giovane che tiene in mano la palma del martirio e con i sassi vicino ai piedi.
Nel Cinquecento iniziano ad essere dipinte anche le scene del martirio.
Simona Lamarmora per L’isola di Omero