Il piccolo principe è il libro scritto dall’aviatore Antoine De Saint-Exupéry, pubblicato nell’aprile del 1943. Il racconto, strutturato come una fiaba, si pone l’obiettivo di promuovere un messaggio di amore e speranza per tutte le popolazioni che hanno subito gli orrori della seconda guerra mondiale.

Il narratore della trama è un pilota precipitato nel deserto del Sahara. In questa situazione assurda, egli incontra un giovane fanciullo biondo, dolce, dall’animo sensibile. Costui viene chiamato ”Il piccolo principe”. Quest’ultimo nota a sua volta che anche l’aviatore possiede un animo sensibile e perciò, fidandosi di lui, gli racconta tutta la sua storia:

Il piccolo principe vive su un asteroide chiamato B-612, talmente piccolo che spostandosi un po’ si può guardare il tramonto per tutto l’arco della giornata. Si prende cura del suo asteroide e sopratutto fa molta attenzione a preservare la sua rosa, il fiore più bello che abbia mai visto, tanto da tenerlo in una campana di vetro per non farla portare via dal vento.

La rosa però è molto vanitosa e questo guasta spesso il rapporto tra i due. Dopo l’ennesimo litigio il piccolo principe, sopraffatto da una sensazione di solitudine, decide di andare a visitare tutti i pianeti vicini.

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Il piccolo principe che parla con la rosa. Dal film ”Il piccolo principe” (2015).

Nel viaggio che compie incontrerà una serie di personaggi particolari: il primo è un monarca che si sente il padrone dell’universo, mentre il secondo è un uomo alcolizzato. Poi sarà la volta di un uomo d’affari che conta le stelle con l’idea di possederle tutte.

Arrivato su un altro pianeta troverà un altro uomo che, per ogni minuto della sua esistenza, ha solo il compito di accendere e spegnere un singolo lampione. L’ultimo sarà un geografo, mai uscito dal suo pianeta, che gli consiglierà di andare a visitare la Terra.

Una volta atterrato sulla Terra il piccolo principe capita in un roseto, dove comprende che la sua rosa non è unica e quindi non è speciale. In questo momento di sconforto, però, incontra una volpe che decide di voler essere addomesticata. I due decidono di vedersi ogni giorno alla stessa ora, così da diventare speciali l’uno per l’altra.

Grazie alla volpe il piccolo principe capirà gli errori commessi con la rosa. Sarà proprio lei a proncunciare la celebre frase:

”non si vede bene che col cuore, l’essenziale è invisibile agli occhi.”

Dopo di che il piccolo principe lascia la Terra, notando che l’affaccendarsi degli uomini è senza senso. Il piccolo principe termina di raccontare la sua storia all’aviatore e solo ora si accorge che è passato un anno dalla sua partenza. I due cercano insieme il serpente che con il suo morso può farlo tornare indietro. Una volta trovato l’animale, il protagonista si fa mordere e cade a terra senza far rumore.

Il libro si conclude con il narratore che invita chiunque passi da quei luoghi a contattare il piccolo principe.

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La copertina del libro nell’edizione Newton Compton.

Come ogni opera letteraria anche questa ci lascia degli insegnamenti. Il primo è sicuramente riconducibile alla frase riportata precedentemente e pronunciata dalla volpe: ”non si vede bene che col cuore, l’essenziale è invisibile agli occhi”. Essa vuol dire che ciò che è importante per noi non si può né vedere né toccare. Infatti l’amore, la compassione, la gratitudine, la pazienza, elementi essenziali della vita, non sono tangibili.

Il secondo insegnamento è: conosci te stesso per capire gli altri. Persone che vivono superficialmente il rapporto con la propria interiorità, che non sentono l’esigenza di diventare entro-nauti (in un epoca di astronauti) non riusciranno a vivere gli altri con armonia.

Il terzo grande insegnamento è che quando dedichiamo energie per qualcuno, come il piccolo principe con la rosa, finiamo inevitabilmente per innamorarci.

Altra morale del racconto risiede nella conoscenza delle persone, nell’entrare in un contatto stretto con esse. Ognuno ha qualcosa da insegnarci, ed è bene carpire tutti gli stimoli positivi possibili.

In fine: mantieni l’entusiasmo indipendentemente dalle esperienze vissute. Potrai perdere le battaglia ma vincerai la guerra con la perseveranza.

Cosimo Guarini per L’isola di Omero