La villa di Tiberio è una grande villa romana, appartenuta nel I secolo d.C. all’imperatore romano Tiberio. Essa è situata a Sperlonga, in provincia di Latina, nel Lazio.
Al tempo, era costituita da diversi edifici disposti su terrazze rivolte verso il mare, di cui ora rimangono dei resti. Le prime strutture erano relative ad una villa preesistente di epoca tardo-repubblicana a cui, agli inizi del I secolo d.C., venne aggiunto un lungo portico a due navate.

L’aspetto più affascinante di questo luogo è stato il ritrovamento, in seguito ad alcuni scavi nel 1957, di diversi gruppi scultorei in marmo, che raffigurano le narrazioni dell’Odissea
Attualmente le statue si possono ammirare presso il Museo Archeologico di Sperlonga. Le riproduzioni in marmo del mito omerico testimoniano la conoscenza delle vicende di Ulisse nell’arte antica.
C’è la possibilità che tutti i gruppi siano opera di tre famosi scultori di Rodi: Atenodoro, Agesandro, e Polidero. Gli stessi che realizzarono il celebre Gruppo del Laocoonte, conservato nei Musei Vaticani dal 1506.

Presso la villa di Tiberio sorgeva, ed è attualmente visibile, una splendida grotta naturale che comprende una vasta cavità principale, preceduta da una ampia vasca rettangolare (peschiera) con acqua marina, al cui centro era stata realizzata un’isola artificiale che ospitava la caenatio (sala da pranzo) estiva.
La vasca comunicava con una piscina circolare (diametro di 12 m), posta all’interno della grotta, dove era stato collocato il gruppo di Scilla (nella foto in alto).

Nella grotta, a sinistra c’è un ambiente a ferro di cavallo, e a destra un ninfeo con cascatelle e giochi d’acqua, in fondo al quale si apriva una nicchia che ospitava il gruppo dell’accecamento di Polifemo. Tra la piscina circolare e la vasca quadrata erano collocati due gruppi scultorei più piccoli: il Rapimento del Palladio e il gruppo di Ulisse che trascina il corpo di Achille. Una scultura con Ganimede rapito dall’aquila di Zeus era invece posta in alto sopra l’apertura della grotta.

Cosimo Guarini per L’isola di Omero