Il chiostro maiolicato, ideato nel 1739 da Domenico Antonio Vaccaro, è uno dei quattro chiostri monumentali che compongono il Monastero di Santa Chiara a Napoli.
L’opera fece parte di una serie di lavori di ammodernamento dell’intera struttura. Questi furono possibili attraverso le donazioni delle famiglie aristocratiche e mediante l’essenziale l’intervento della badessa Ippolita di Carmignano. Nonostante ciò, una grossa parte dei fondi provennero dalla regina Maria Amalia di Sassonia, moglie di Carlo III di Borbone.

Le dimensioni del chiostro sono di 82,3 m × 78,3 m. Lungo il porticato vi sono 72 pilastri di varia grandezza e di forma ottagonale sormontati da archi a sesto acuto con volte a crociera, di cui 17 al lato nord e 16 lungo i restanti lati. Alle pareti sono presenti cicli di affreschi barocchi di ignoto autore su Storie francescane.
Il chiostro è attraversato da due viali in croce che dividono il giardino. Il tutto rivestito da maioliche con Paesaggi, Scene campestri, Mascherate, Scene mitologiche, e rappresentazioni di scene di vita quotidiana della Napoli del ‘600 e del ‘700. Sono evidenti anche le allegorie che rimandano ai quattro elementi: terra, aria, fuoco e acqua.
Cosimo Guarini per L’isola di Omero