La coscienza di Zeno di Italo Svevo è la prima opera italiana basata sulla psicanalisi e il subconscio. Essa segue le orme tracciate all’estero da James Joyce e Virginia Woolf.

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La vicenda è ambientata a Trieste nella prima metà del ‘900, e il protagonista è Zeno Cosini, un uomo che decide di entrare in psicoanalisi dal dottor S per scoprire quali sono quei momenti della sua vita che lo hanno cambiato fortemente.
Il romanzo è diviso in sei episodi: il vizio del fumo, la morte del padre, il matrimonio, la moglie e l’amante, l’associazione commerciale e la psicanalisi.
In ognuno dei capitoli il protagonista rifletterà sui passi fondamentali della sua esistenza: dalla voglia di smettere di fumare, al rapporto travagliato con il padre, fino ai temi di carattere amoroso.

Nell’ultimo capitolo Zeno riflette sul tema della psicanalisi, arrivando alla conclusione che essa è una pratica del tutto inutile per superare il disagio interiore che attanaglia un uomo; quest ultimo, infatti, è un qualcosa che accomuna tutta l’umanità e non un singolo individuo.
Il dottor S per vendicarsi farà pubblicare quest’opera autobiografica.
Il libro si conclude con la visione apocalittica della scomparsa della terra tramite una esplosione.
Il protagonista:
Zeno è un uomo inetto che si lascia travolgere dagli eventi della vita. Non riesce mai a smettere di fumare, anzi, vive aspettando di dover accendere l’ultima sigaretta della giornata. Non è in grado di fare una scelta decisa e volenterosa. Si lascia travolgere dagli eventi della vita, ma in un certo senso anche inciampando riesce a farcela sempre.
Cosimo Guarini per L’isola di Omero