Dama con l’ermellino è il nome del celebre dipinto (olio su tavola) di uno dei più grandi geni dell’umanità: Leonardo da Vinci.

Nel dicembre 2016 l’opera è stata ceduta al governo polacco per circa 100 milioni di euro, sebbene il valore certificato sarebbe pari a 2 miliardi.

Dal 19 maggio 2017 ha trovato collocazione presso il Museo Nazionale di Cracovia.

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La dama con l’ermellino (1488-1490)
Leonardo da Vinci

Una giovane donna tiene stretta a se un ermellino, mentre il suo sguardo è proteso in obliquo. Colpiscono, in fase realizzativa, la definizione dei contorni e i colori del vestiario che la fanciulla indossa.

Chi è la donna?

La dama che Leonardo ha immortalato, secondo la maggior parte degli studiosi, è Cecilia Gallerani (Milano, 1473 – San Giovanni in Croce, 1536).

Ella nacque in una nobile famiglia e fu moglie di
Ludovico Carminati de’ Brambilla, detto “il Bergamino”, feudatario del castello di San Giovanni in Croce.

Della vita di Cecilia è noto il fatto che fu anche una delle amanti di Ludovico Sforza detto ”il Moro”.

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Ludovico Sforza detto ”il Moro” (Milano, 3 agosto 1452 – Loches, 27 maggio 1508)

Questo aspetto è documentato da una lettera riconducibile all’ambasciatore estense Jacopo Trotti che recita:

«si dice che il male del signor Ludovico è causato dal troppo coito di una sua puta che prese presso di sé, molto bella, parecchi di fa, la quale gli va dietro dappertutto, e le vuole tutto il suo ben e gliene fa ogni dimostrazione»
(Jacopo Trotti, stralcio di lettera riportato da Daniela Pizzagalli in “La Dama con l’ermellino”)

Il termine puta viene utilizzato per enfatizzare la giovane età della Gallerani, che al momento della frequentazione ha sedici anni.

Successivamente fu allontanata dalla corte sforzesca, avendo ricevuto da Ludovico alcuni immobili, tra cui Palazzo Carmagnola.

Si rifugiò per due anni a Mantova presso Isabella d’Este, prima di tornare a Milano dopo la morte di Beatrice d’Este.

Cecilia morì a sessantatré anni e fu sepolta probabilmente nella cappella della famiglia Carminati, all’interno dell’antica Chiesa Parrocchiale di San Zavedro, presso San Giovanni in Croce.

Cosimo Guarini per L’isola di Omero