Le tre città di Torino, Lione e Praga viste dall’alto costituiscono con i propri vertici una forma geometrica immaginaria, nota con il nome di triangolo della magia bianca.

Quali sono i simboli principali che creano un legame tra queste tre località? Scopriamoli insieme
Torino
Si tratta di una città al centro delle attenzioni degli appassionati di magia, facendo parte (insieme a Londra e San Francisco) anche del vertice del triangolo della magia nera. Come mai? L’incrocio tra i fiumi Po e Dora nei pressi di Torino richiama esotericamente all’incarnazione del Sole e della Luna, proprio in prossimità del
45° parallelo.
Quali sono i simboli esoterici presenti a Torino ?
Il primo è senza ombra di dubbio la Fontana dei Tritoni dietro Piazza Castello, posta a confine tra la città bianca e quella dai risvolti tenebrosi, dove un tempo avvenivano le condanne a morte. In secondo luogo, non si può dimenticare la Gran Madre: la chiesa al cui ingresso sono poste due statue, simboleggianti la Fede e la Religione, che secondo una leggenda orienterebbero il loro sguardo laddove sarebbe nascosto il Sacro Graal. Altro aspetto rilevante è il fatto che Torino conserva la Sacra Sindone, ovvero il velo riconosciuto come il tessuto funerario in cui fu avvolto il corpo di Cristo.

Lione
Questa città rappresenta una tappa di estremo rilievo lungo la via Podense, ovvero una delle quattro strade principali di pellegrinaggio francese lungo il Cammino di Santiago di Compostela. Inoltre, Lione è stata la città frequentata da diversi membri di logge massoniche, come Giacomo Casanova (1750).

Venticinque anni dopo Casanova, sempre a Lione, l’alchimista Cagliostro diede vita alla prima Loggia di Rito Egizio connesso al segreto delle piramidi.
Praga
Nel 1500 Praga era governata dal regno di Rodolfo II, uno dei maggiori appassionati del tempo in materia esoterica e magica. Sono rinomate le sue frequentazioni con i maggiori studiosi ed esperti di magia, tra cui Tycho Brahe, Giovanni Keplero, John Dee, Michael Sendivogius ed Edward Kelly.
Una leggenda del luogo racconta come Rodolfo II portasse gli alchimisti al Vicolo d’Oro del castello, ordinandogli di ricercare in ogni modo, anche il più disumano, la formula che tramutasse il metallo in oro. Per questo ed altri episodi venne considerato folle e quindi deposto.
Tra i simboli di spicco, l’Orologio Astronomico presente in città pare ricco di riferimenti esoterici. L’opera richiama ripetutamente il numero 4, cifra relativa agli elementi della natura, della terra, dell’acqua, del fuoco e dell’aria, imprescindibili nei rituali pagani.

Cosimo Guarini per L’isola di Omero