Più del primo, il secondo conflitto mondiale investì ogni aspetto della società, influenzandone o addirittura distruggendone le testimonianze dirette, in particolare quelle artistiche, segnando un lutto indelebile per i posteri, privati di chissà quanti capolavori mai realizzati.

Sicuramente la cappella Ovetari nella chiesa degli Eremitani a Padova
ne è un esempio significativo, con il suo ciclo di affreschi raffigurante le Storie di San Cristoforo e di San Giacomo.

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Reperto fotografico che testimonia la distruzione della Cappella Ovetari

Dipinto da Andrea Mantegna e dai suoi collaboratori, quali Nicolò Pizolo, Antonio Vivarini, Giovanni d’Alemanna, Ansuino da Forlì e Bono da Ferrara dal 1448 al 1457, fu poi frantumato l’11 marzo 1944.

La ricostituzione degli affreschi partì poco dopo il triste accaduto grazie all’intervento dell’allora direttore dell’Istituto Centrale del Restauro, Cesare Brandi, il quale ricompose la scena del Martirio di San Giacomo.

Quanto al resto, fu stivato in modo indifferenziato sino al 2001, quando, la Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, la Curia Diocesana, la Soprintendenza competente sul territorio e l’Università di Padova stipularono una convenzione a favore di un’attività di recupero e classificazione dei frammenti. Questi, con l’aiuto di una strumentazione multimediale innovativa, furono poi scannerizzati e infine collocati sulla base delle immagini fotografiche degli affreschi scomparsi.
Alla tecnologia si aggiunsero le conoscenze di Gian Luigi Colalucci, Carlo Giantomassi e Donatella Zari, esperti che applicando inequivocabilmente i brani pittorici nella loro ubicazione originaria, si realizzò un recupero, sì incompleto ma significativo del ciclo pittorico mantegnesco.

Ancora oggi, altri frammenti pittorici molto importanti sono stati ricollocati al loro posto.

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Esempio della ricostruzione degli affreschi

Curiosità:

Nel 2006, con il cinquecentenario del Mantegna, sono state posizionate nell’atrio della Stazione Centrale di Padova e nella sezione imbarchi dell’aeroporto di Venezia due ricostruzioni digitali della cappella Ovetari permettendo la totale immersione fisica del pubblico all’interno dell’impianto.

Antonella Buttazzo per L’isola di Omero