Cosa succede quando la Street Art non è tutelata?

Succede a Milano. Un’opera dello street artist Tvboy, comparsa nella notte tra il 24 e il 25 settembre 2017 lungo l’Alzaia Navigli Grande, oggi, meno di due anni dopo, è deturpata senza possibilità di recupero.
Uno dei grandi problemi dell’arte contemporanea è la difficoltà del restauro. Pochi sono gli studi che si interessano a questo particolare settore. Inoltre difficoltoso è lo studio della conservazione dei nuovi materiali rispetto ai classici. Causa della loro decadenza è spesso la loro stessa modernità.
Rimane solo una fotografia, un’immagine che diventa fonte documentaria importantissima, tanto da renderci partecipi della distruzione e senza la quale perderemmo ogni certezza dell’esistenza dell’opera, condannata all’estinzione nel giro di pochi anni.

Chi tutela l’opera? Chi l’artista? Dov’è il limite tra arte e illegalità?
L’articolo 639 del codice penale parla di “deturpamento e imbrattamento delle cose altrui” e sancisce l’illegalità di queste che ad oggi sono considerabili opere d’arte a tutti gli effetti, tanto da esser spesso distaccate dal luogo originario ed esposte in musei senza il consenso dell’artista.
L’arte sfida le regole. Ha sempre trattato argomenti scomodi, sassolini nelle scarpe, ma quando il tema è politico è anche più facilmente attaccabile e distruttibile. Tvboy aveva dichiarato in un’intervista per “Another Scratch in the Wall”: «Il fatto di realizzare opere illegali è per me importante: non voglio agire con alcun tipo di permesso né di autorizzazione perché non sono quelli i posti che mi interessano». Così l’arte diventa denuncia contro il sistema.

Paradossale che ancora oggi, nonostante un’ampia critica che riconosce validità a tali artisti, l’arte di strada sia da considerarsi illegale e non goda a pieno di tutte quelle tutele che aiuterebbero la sua sopravvivenza.

articolo di Alessandra Roselli